Animali morti per colpa dell'inquinamento a Casalguidi

Allerta massima in via del Redolone per l'inquinamento dei pozzi privati per la presenza di cloruro di vinile. E addirittura è stato certificato che tre cani sono morti per questo: la storia sul GIORNALE DI PISTOIA E DELLA VALDINIEVOLE.

Animali morti per colpa dell'inquinamento a Casalguidi
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La denuncia di Cesare Scannerini che abita in via del Redolone nella frazione di Cantagrillo e che ha visto morire tre suoi cani. Le cause sono da ricondurre agli sversamenti di cloruro di vinile che stanno interessando, da anni, la zona per quanto riguarda i pozzi privati con alti tassi di inquinamento a Casalguidi. L’intervista è stata pubblicata lo scorso 29 marzo dal GIORNALE DI PISTOIA E DELLA VALDINIEVOLE.

Animali morti a Casalguidi: tanta amarezza e rabbia

L’inquinamento con cloruro di vinile e dicloroetilene, sostanze volatili, poco solubili nell’acqua rilevato in alcuni pozzi artesiani nella zona del Redolone a Cantagrillo sembra destinato ad essere peggiore di quanto si pensava. Ulteriori campionamenti delle acque sono in corso ma intanto siamo andati a bussare alla porta di alcuni cittadini tra i più colpiti. Cesare Scannerini è uno di questi, abita in via del Redolone 7.
«Questo è uno dei posti più critici, peggio di quello del Bucci a cinquanta metri da qui, perché mentre il suo inquinamento è di 490, questo è di 790 contro 0,005 micron che è il limite di legge. Sono venuti per analizzare l’acqua del mio pozzo, ma mi è stato detto che la mia sonda era poco fonda. Ho chiamato il sindaco Lunardi che mi ha inviato subito dei tecnici a fare i prelievi per le analisi. Dopodiché il sindaco mi ha telefonato dicendomi “Siamo nel dolore, la tua acqua è inquinatissima, non la usare nemmeno per annaffiare l’erba”.

Aveva notato dei danni alle cose?
«Danni? Lasciamo perdere l’erba e le piante del giardino che sembravano arrostite, ma i miei cani? Quelli chi me li rende»?
I suoni cani?
«Si, i miei cani. Legga questi certificati, morti di tumore perché bevevano quell’acqua maledetta. Ora ho una spinona che beve l’acqua dell’acquedotto, la guardi, scoppia di salute».
Non ci sono stati controlli?
«Sì, sono venuti a fare le analisi dell’aria perché il cloruro di vinile è volatile e può essere respirato. Hanno messo tre sonde e ora aspetto i risultati».

Anche il pozzo dell’assessore è inquinato

La seconda testimonianza è di una «vittima illustre» l’assessore Benedetta Vettori.
Essere un amministratore non l’ha protetta?
«Evidentemente non sono molto raccomandata. Scherzo, ma l’argomento è serio. L’acqua del mio pozzo ha raggiunto un valore molto tossico di ben 380 micron che rende l’acqua del mio pozzo inutilizzabile».
Come assessore ha ipotesi sulle cause dell’inquinamento?
«Si sta indagando sulle aree vicine alle aziende in cui si concentrano i valori più alti del cloruro. Le sue prime comparse sono del 2010, ma si deve andare più indietro quando non esistevano accurati obblighi di controllo; ci stiamo lavorando. Qualsiasi Amministrazione ha il dovere di informare la gente su quello che succede.  L’Arpat aveva segnalato già nel 2014, la presenza del cloruro di vinile anche se non ai livelli attuali ma idonei ad attivare l’attenzione dei cittadini.
Il fatto che questa sostanza cancerogena fosse presente solo in alcuni pozzi privati e non nell’acquedotto, non poteva essere sottovalutato dall’Amministrazione precedente.
Oggi ci stiamo impegnando per scoprire da dove arriva questo inquinamento, quali saranno gli interventi da fare in futuro ed eventuali responsabilità, nel frattempo sentiamo il dovere morale di informare i cittadini».

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